Sono (forse) in arrivo novità importanti per il settore immobiliare: la Legge di Bilancio 2024 potrebbe, infatti, segnare il ritorno della cedolare secca sulle locazioni commerciali – a partire dal primo gennaio prossimo – con l’obiettivo di favorire l’occupazione e la ripresa del commercio.
Questa misura, che era stata applicata in passato, è ora oggetto di nuove discussioni, e la sua implementazione dipenderà da diversi fattori cruciali: il Governo dovrà prima confermare la disponibilità delle necessarie coperture finanziarie.
La situazione, al momento, non sembra delle più favorevoli, considerando le recenti dichiarazioni rilasciate dal Ministro Giorgetti riguardo la NADEF (Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza), che lasciano presagire uno scenario economico complesso. Una delle soluzioni proposte prevede l’applicazione della cedolare secca esclusivamente ai nuovi contratti di locazione, similmente a quanto accaduto nel 2019.
Come funzionerà la cedolare secca sulle locazioni commerciali?
La cedolare secca è un regime facoltativo che prevede il pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali, oltre alla esclusione del pagamento dell’imposta di registro e dell’imposta di bollo, ordinariamente dovute per registrazioni, risoluzioni e proroghe dei contratti di locazione.
Attualmente, l’opzione per il regime di cedolare secca è riservata esclusivamente alle persone fisiche che mettono in locazione immobili destinati a residenza. Questi immobili devono appartenere alle categorie catastali comprese tra A1 e A11, con l’eccezione delle proprietà classificate come A10, ovvero uffici o studi privati. Inoltre, il regime include le pertinenze associate all’immobile locato.
Qualora fosse estesa anche agli affitti commerciali, potrà essere applicata dai seguenti soggetti:
- Persone fisiche non esercenti attività d’impresa, arti o professioni;
- Società semplici, enti non commerciali e associazioni non riconosciute;
- Enti pubblici e privati non commerciali, compresi gli enti del Terzo Settore.
Comma 59 dell’art.1 della Legge n. 145/2018
“Il canone di locazione relativo ai contratti stipulati nell’anno 2019, aventi ad oggetto unità immobiliari classificate nella categoria catastale C/1, di superficie fino a 600 metri quadrati, escluse le pertinenze, e le relative pertinenze locate congiuntamente, può, in alternativa rispetto al regime ordinario vigente per la tassazione del reddito fondiario ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, essere assoggettato al regime della cedolare secca, di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, con l’aliquota del 21 per cento. Tale regime non è applicabile ai contratti stipulati nell’anno 2019, qualora alla data del 15 ottobre 2018 risulti in corso un contratto non scaduto, tra i medesimi soggetti e per lo stesso immobile, interrotto anticipatamente rispetto alla scadenza naturale”
Secondo quanto stabilito dal comma 59 dell’art.1 della Legge n. 145/2018, la cedolare secca per affitto commerciale potrà essere applicata ai contratti di locazione di immobili commerciali classificati nella categoria catastale C/1, con superficie fino a 600 metri quadrati, escluse le pertinenze. L’aliquota sarà del 21%. Tuttavia, per i contratti di locazione stipulati nei Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, l’aliquota verrà ridotta al 15%.