Abolizione della Certificazione Unica: una delle riforme chiave introdotte dal recente decreto legislativo focalizzato sulla semplificazione, adottato il 23 ottobre 2023 dal Consiglio dei Ministri, è la progressiva eliminazione degli oneri amministrativi per i sostituti d’imposta riguardo i pagamenti effettuati dal prossimo anno. Con l’entrata in vigore dell’obbligo universale di fatturazione elettronica, che dal primo gennaio segnerà l’ultimo step includendo tutte le partite IVA, a prescindere dall’importo di fatturato o compensi, ci avviciniamo a una significativa svolta.
L’abolizione della Certificazione Unica per i piccoli imprenditori: le novità a partire dal primo gennaio 2024
Il decreto in questione, passato nel Consiglio dei Ministri del 23 ottobre, introduce cambiamenti rilevanti nel panorama delle dichiarazioni fiscali. Accanto alle modifiche del modello 730 e della dichiarazione precompilata estese anche ai possessori di partita IVA, si assiste a un processo di razionalizzazione degli obblighi per chi effettua pagamenti, specialmente per quanto riguarda la certificazione dei redditi di lavoro autonomo.
In dettaglio, si modifica la normativa corrente, nello specifico l’articolo 4 del DPR 22 luglio 1998, n. 322, prevedendo che dal periodo d’imposta 2024 è prevista l’abolizione della certificazione unica: ovvero non sarà più necessario emettere e inviare la Certificazione Unica per i contribuenti in regime forfettario o dei minimi.
L’abolizione della Certificazione Unica coincide con l’obbligo esteso di fatturazione elettronica dal 1° gennaio 2024
Le disposizioni del decreto confermano che non ci saranno ripensamenti sulle misure già pianificate per l’anno venturo. Con il Decreto PNRR 2 si afferma che dal 2024 si attiverà l’obbligo di fatturazione elettronica per tutti, segnando la fine delle esenzioni e, nello specifico, escludendo le partite IVA che non superano i 25.000 euro di fatturato o compensi.
Va ricordato che già dal primo luglio 2022 la fatturazione elettronica si è resa obbligatoria per i titolari di partita IVA con ricavi o compensi oltre i 25.000 euro riferiti al 2021.
Questo amplierà ulteriormente il cerchio dei soggetti obbligati, comprendendo coloro che erano precedentemente esenti, quali le partite IVA agevolate, forfettarie, associazioni sportive dilettantistiche, enti no-profit e pro loco con entrate commerciali non oltre i 65.000 euro.
A partire dal 1° gennaio 2024, quindi, l’obbligo di fatturazione si estenderà anche ai piccoli contribuenti, con la conseguente semplificazione dei doveri fiscali.
Come delineato dal decreto, che rappresenta un ulteriore elemento della riforma fiscale e che aggiorna il calendario delle scadenze fiscali, si affiancherà all’obbligo di fatturazione elettronica anche la soppressione della necessità di emettere la Certificazione Unica per i regimi agevolati. Le informazioni sui compensi erogati saranno direttamente accessibili nell’archivio dell’Agenzia delle Entrate, grazie all’inoltro automatico delle fatture tramite il Sistema di Interscambio a partire dal 2024.